Trattamenti invernali per le piante da frutto: da dove iniziare?
Orologio e calendario misurano lo scorrere del tempo degli umani; la vita delle piante invece è scandita da ore di luce, temperatura e disponibilità d’acqua. In base a queste “informazioni” ad esempio le caducifoglie – quali sono pressappoco tutti gli alberi da frutto – perdono le foglie in autunno e germogliano in primavera. Difatti all’arrivo della brutta stagione le piante riducono al minimo il metabolismo per resistere a condizioni ambientali che offrono scarse risorse.
D’inverno il sole è basso rispetto all’orizzonte perciò scalda meno e le ore di buio superano quelle di luce: nel nostro paese dicembre è il mese con le giornate più corte (o meglio, con meno ore di luce), mentre gennaio è in media quello più freddo. A febbraio le giornate si allungano in modo evidente e il sole inizia a riscaldare di più. È dall’autunno in avanti che puoi avvantaggiarti contro malattie e parassiti per limitare la probabilità che si rimanifestino nella bella stagione: ne parleremo in questo articolo.
Piante da frutto e trattamenti invernali
L’inverno è la stagione per eccellenza della potatura: si parla di potatura invernale o secca o al bruno. Durante il riposo vegetativo, se possibile verso febbraio, con la potatura degli alberi da frutto sfoltisci la parte aerea delle piante in modo che foglie e frutti ricevano luce abbondante, rinnovi i rami fruttiferi, fai sì che la vegetazione non si infittisca troppo e si mantenga a un’altezza comoda.
In base alla mole delle piante, alle dimensioni dei rami, alla durezza del legno e al numero di alberi da potare, puoi servirti di cesoie, segaccio, troncarami, segaccio telescopico e svettatoio oppure di una motosega – che può essere una motosega da potatura – o di un potatore telescopico. Con gli attrezzi da potatura indossa sempre l’abbigliamento protettivo adatto: se con gli strumenti manuali bastano occhiali, guanti da lavoro e scarpe antinfortunistiche, con la motosega e il potatore, indossa capi antitaglio, cuffie o tappi e, quando serve, casco.
Un albero da frutto ben tenuto, anche grazie a potature corrette, è una pianta sana, meno soggetta a malattie e parassiti e – nel caso colpissero – più resistente. Se d’inverno nel giardino e in campagna la maggior parte degli alberi è spoglia e tutto sembra immobile, in realtà spore fungine e parassiti sopravvivono. Passano la stagione annidati nella corteccia di tronchi e rami, nei frutti rimasti appesi, oppure svernano nascosti tra le foglie cadute per terra e perfino nel suolo, pronti ad attaccare le piante all’arrivo della primavera, quando le temperature cominciano ad alzarsi.
D’altra parte in autunno/inverno le piante mostrano i segni delle malattie da cui sono state colpite nella bella stagione, come rami secchi, lesioni al legno, mummie (frutti infetti con la caratteristica consistenza legnosa). È quindi buona abitudine ispezionare gli alberi; è anche utile consultare i bollettini fitosanitari locali (in genere regionali) destinati a chi fa agricoltura per conoscere quali problemi si sono manifestati in zona.
Anche se al momento non è in corso nessuna infezione o infestazione, conviene trattare le piante da frutto: quelli fatti in autunno e inverno si chiamano trattamenti al bruno o sul bruno, cioè con i rami privi di foglie. Trattando al bruno in pratica sopprimi una parte dei patogeni, abbassando il cosiddetto potenziale di inoculo. Quindi riduci il rischio che la malattia o l’infestazione ricompaia nella stagione successiva e, di conseguenza, limiti i trattamenti che si renderanno necessari. In pratica i trattamenti invernali sulle piante da frutto hanno un’azione preventiva.
I trattamenti invernali da fare sui singoli alberi e in frutteto sono 2 o 3: uno dopo la caduta delle foglie (ad esempio a novembre), un altro dopo la potatura secca (a febbraio) ed eventualmente l’ultimo entro marzo, ossia prima della ripresa vegetativa.
Trattamenti invernali e prevenzione
Prima di fare i trattamenti invernali sugli alberi da frutto, potane tutte le parti infettate nella primavera-estate precedente: rami secchi e con lesioni, frutti mummificati, rami a cui sono attaccati e via dicendo diventano altrimenti serbatoi d’infezione per l’anno successivo. Non lasciare per terra il materiale tagliato ma allontanalo dal giardino o dal frutteto.
Può essere opportuno estendere la potatura, anticipando alcune operazioni che faresti con la potatura invernale: dagli alberi da frutto elimina i rami rotti e quelli posizionati male, taglia anche succhioni e polloni. Lo scopo è renderne più ariosa la chioma evitando così le condizioni favorevoli a infezioni e parassiti. Ricorda di disinfettare gli attrezzi da potatura con cui intervieni su piante malate o che lo sono state (allo scopo va bene della varecchina).
Ripulisci l’area ai piedi delle piante non solo dai resti di potatura ma anche da frutti caduti, foglie secche ed erbacce alte (per queste ultime usa il decespugliatore, che se è un decespugliatore multifunzione si trasforma in potatore grazie all’apposito accessorio). Spazzola il tronco e i rami più grossi (branche) per lisciare la corteccia, così che non diventi rifugio per parassiti adulti o loro uova e larve.
Trattamenti invernali sugli alberi da frutto: come intervenire
Abbiamo detto che i trattamenti invernali sulle piante da frutto sono interventi preventivi, contro il rischio che si sviluppino di nuovo malattie e infestazioni che si sono già presentate nella primavera-estate precedente. Non è consigliabile infatti trattare facendo riferimento in astratto a scadenze fisse o a certe fasi del ciclo vitale delle piante.
Se coltivi pomacee – meli e peri – tratta con la poltiglia bordolese per prevenire le malattie fungine tipiche, cioè ticchiolatura e cancri del legno. La poltiglia bordolese è consigliata anche contro la maculatura bruna, grave malattia crittogamica che colpisce il pero.
La poltiglia bordolese è un anticrittogamico tradizionale a base di solfato di rame e calce idrata. È una polvere che sciogli in acqua e applichi con l’atomizzatore o la pompa irroratrice (indossa occhiali e mascherina per proteggerti). Acquisti la poltiglia bordolese predosata oppure la prepari pesando e mescolando i componenti per adattarla a necessità specifiche (invece che con pH neutro si può formulare acida o alcalina). Rispetta le dosi prescritte nell’etichetta o, se preparata da te, le proporzioni corrette perché il rame può essere fitotossico e accumularsi nel terreno. Irrora la poltiglia bordolese omogeneamente sull’intero tronco e su tutti i rami, grandi e piccoli, senza tralasciare i punti meno accessibili. Questo fungicida forma una barriera chimica che agisce in superficie, quindi tieni conto delle previsioni meteo in modo che abbia il tempo di “fissarsi” e non venga prima dilavata dalla pioggia.
Sempre per le pomacee, contro la cocciniglia nebulizza l’olio bianco, insetticida usato in agricoltura biologica e convenzionale che deriva dalla raffinazione del petrolio, efficace contro gli insetti ai diversi stadi (dalle uova agli adulti). È idrosolubile e va mescolato con acqua, secondo le dosi indicate sul flacone, quindi applicato con atomizzatore o pompa irroratrice. Non è compatibile con diversi antifungini – ad esempio quelli a base di rame, come la poltiglia bordolese –, quindi i trattamenti vanno distanziati di 2-3 settimane. Ritornando agli insetti dannosi per le pomacee, previeni gli attacchi di carpocapsa e tingide spazzolando i tronchi e curando la pulizia sotto gli alberi (frutti caduti, foglie secche etc.).
Per le drupacee – come albicocco, ciliegio, pesco e susino – il problema principale è la monilia o moniliosi, una malattia fungina: eviti che si re-inneschi trattando il pesco con lo zolfo e le altre drupacee con la poltiglia bordolese. Oltre ai trattamenti invernali preventivi, contro la monilia sono importanti altri accorgimenti: togliere le mummie, concimare senza esagerare, potare per arieggiare la chioma. Un’altra malattia comune per le drupacee è il corineo, che previeni sempre con la poltiglia bordolese. Questo antifungino è efficace anche per ostacolare il ripresentarsi della bolla e dei cancri che colpiscono albicocco e susino, della temibile bolla del pesco e della cilindrosporiosi che attacca il ciliegio. Previeni le infestazioni di cocciniglia sulle drupacee con l’olio bianco, insieme a concimazioni e potature attente a non creare condizioni favorevoli a recrudescenze.
Hai un vigneto? Ecco come contrastare e prevenire la cocciniglia farinosa e l’oidio o mal bianco, tra le principali avversità della vite. Uno dei lavori da fare proprio in autunno, nel vigneto, è la concimazione annuale di produzione; con l’arrivo del freddo ricorda anche di proteggere le piante del giardino e quelle dell’orto invernale. Se invece non ne hai ancora uno, qui trovi le linee guida per impiantare un frutteto.
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