Cocciniglia farinosa della vite: come riconoscerla e curarla

Peculiarità, danni, prevenzione e lotta

Ispirazioni / Consigli sempreverdi

26/06/2023

Tempo di lettura stimato circa 4 minuti

Quella delle cocciniglie della vite è una grande famiglia di insetti che ne raggruppa diverse altre, di cui fanno parte varie cocciniglie che colpiscono la vite, come la cocciniglia del corniolo, la Neopulvinaria innumerabilis, la Pulvinaria vitis, il cotonello degli agrumi, l’Heliococcus bohemicus, la cocciniglia nera della vite.

La più importante e dannosa è però la cocciniglia farinosa (Planococcus ficus), il parassita di cui parla questo articolo. Si tratta di una specie fitomiza polifaga, che cioè si nutre succhiando la linfa a spese di numerose piante, preferendo però vite e fico (da cui il nome scientifico).

Tipico del Centro-Sud Italia, il Planococcus ficus da una trentina d’anni in qua si è diffuso nelle regioni settentrionali. Dopo una panoramica sui danni che causa, vedremo perché è insidioso e come debellarlo in modo efficace.

Come vive la cocciniglia farinosa della vite

Femmine e maschi della cocciniglia farinosa hanno un aspetto molto diverso tra loro, misurano comunque pochi millimetri. Mentre le prime sono responsabili dei danni al vigneto, i secondi vivono solo pochi giorni, lo stretto necessario per fecondarle. Le femmine hanno un corpo ovale senza ali ricoperto da uno strato protettivo ceroso biancastro di consistenza, appunto, farinosa. Dopo aver trascorso l’inverno al riparo della corteccia depongono centinaia di uova, dando vita alla prima nuova generazione di cocciniglie verso aprile-maggio.

In base al clima, di norma nel nostro paese si susseguono 3-4 generazioni all’anno: la seconda a luglio, la terza in agosto, quindi l’eventuale quarta, poi in autunno le femmine si ritirano sotto la corteccia per svernare. L’insetto evolve da uovo ad adulto attraverso più stadi giovanili (neanidi), la cui caratteristica è una spiccata mobilità. Le neanidi infatti si spostano lungo la pianta colonizzando, secondo la fase del ciclo annuale, i germogli e/o i grappoli. È perciò la terza generazione della cocciniglia farinosa, che si sviluppa all’interno dei grappoli, quella più nociva per il vigneto.

Quali danni provocano le cocciniglie farinose? Anzitutto danni diretti: succhiando la linfa indeboliscono le viti. I danni indiretti, i più rilevanti, sono dovuti invece alla melata, sostanza zuccherina che espellono come scarto. Poi, oltre a produrre melata, trasmettono alle piante virus che causano malattie come l’accartocciamento fogliare, la scanalatura del legno e la suberosi corticale.

Di melata sono ghiotte le formiche, che instaurano un rapporto di simbiosi con le cocciniglie, proteggendole dai predatori e favorendone la diffusione. Questa sostanza inoltre causa lo sviluppo di fumaggine, malattia fungina che riveste foglie e grappoli di una patina nerastra che riduce la fotosintesi e ritarda la maturazione dell’uva, compromettendone così la qualità. Spesso è proprio la melata a rivelarti la presenza del Planococcus ficus, quando però l’infestazione è in uno stato ormai avanzato.

In genere nel vigneto le infestazioni di cocciniglia farinosa si distribuiscono in modo irregolare, a focolai localizzati in singole piante o gruppi di piante vicine. Interessano soprattutto le zone umide, poco luminose e arieggiate e i vigneti dove la vegetazione è più folta e le concimazioni ricche di azoto. A facilitarle è anche la scarsità o l’assenza di nemici naturali dovuta agli insetticidi.

Come difendere il vigneto dalla cocciniglia farinosa

Perché la cocciniglia farinosa è così allarmante per la tua vigna? Ricapitoliamo: provoca una serie di danni diretti e indiretti, è molto prolifica (depone moltissime uova in più momenti, con un accavallarsi di generazioni), migra facilmente da una parte all’altra delle viti, è poco visibile perché vive defilata (sotto la corteccia, celata dalla vegetazione etc.), ha un rivestimento ceroso che la protegge dai trattamenti.

Per prevenire le infestazioni di cocciniglia devi creare un habitat che le sia poco favorevole e coltivare piante sane e poco vulnerabili ai parassiti. Vale a dire:

  • Adotta precauzioni per evitare un’eccessiva vigoria, cioè vegetazione, delle viti: ad esempio concima con misura, gestisci il suolo della vigna con l’inerbimento (da tenere sotto controllo, ad esempio, con decespugliatore, trinciasarmenti o trattorino).

  • Pota le piante per far sì che la chioma sia ben esposta a sole e aria e, quando serve, non ostacoli l’applicazione degli insetticidi. Importante è sia la potatura invernale che estiva (in particolare i lavori di sfogliatura e cimatura).

  • Ispeziona regolarmente la vigna per individuare i focolari sul nascere e, in caso, intervenire per tempo.

  • Asseconda la presenza di insetti antagonisti della cocciniglia (ne parleremo tra un po’), viceversa è meglio prendere provvedimenti contro le formiche.

 

La vigoria delle viti è legata a vari fattori, tra cui figurano le scelte compiute in fase di impianto del vigneto, come la forma d’allevamento. Sul tema puoi approfondire come realizzare un vigneto a spalliera.

Oltre che seguire le buone pratiche agronomiche, per difendere la vigna dalla cocciniglia farinosa puoi eliminare direttamente i focolai di infestazione spazzolando i tronchi, rimuovendo i germogli e le porzioni di pianta colpite. Sono interventi fattibili in un piccolo fondo o se l’infestazione è limitata, altrimenti puoi servirti di:

  • Trattamenti localizzati con olio minerale bianco, insetticida ottenuto da una raffinazione prolungata del petrolio e consentito in agricoltura biologica, che agisce per asfissia. Per irrorarlo sfrutta il getto ad alta pressione dell’atomizzatore a spalla e procedi con cura, in modo da raggiungere la cocciniglia farinosa che – come abbiamo visto – si insedia in punti nascosti. Per un vigneto familiare l’olio di neem e il sapone potassico o quello di Marsiglia possono essere delle alternative all’olio minerale bianco. Qui trovi un video che illustra come usare l’atomizzatore in modo corretto.

  • Sistemi di lotta biologica liberando in vigna degli insetti predatori o che parassitano la cocciniglia come, rispettivamente, il Cryptolaemus montrouzieri o l’Anagyrus pseudococci.

  • Metodo della confusione sessuale con diffusori di feromoni che, disorientando i maschi, riducono gli accoppiamenti e, di conseguenza, la possibilità della cocciniglia farinosa di riprodursi.

Insieme alle cocciniglie della vite, tra le principali avversità del vigneto ricordiamo l’oidio o mal bianco: dai un’occhiata al nostro articolo su prevenzione e trattamento. Un altro insetto che può rovinare l’uva è il calabrone: ecco come risolvere il problema.

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