Potature, ramaglie e sfalci. Come smaltire i rifiuti vegetali?

Come eliminarli? Sono bruciabili? Perché non riciclarli?

Ispirazioni / Consigli sempreverdi

21/09/2022

Tempo di lettura stimato circa 4 minuti

Verde, fiori, frutta, ortaggi, colori, profumi, sapori, ombra, relax: le piante del giardino e dell’orto ci offrono questo e altro ancora. Durante l’anno le operazioni di routine, come potatura e taglio dell’erba, e gli eventi naturali come il cambio di stagione ne trasformano una parte in rifiuti, o meglio in rifiuti verdi. Questi, insieme al cosiddetto “umido” (in sostanza gli avanzi di cucina), vengono portati in grossi impianti di compostaggio per essere trasformati, appunto, in compost.

Oggi spiegheremo cosa sono i rifiuti verdi. Non tutto ciò che deriva dal nostro giardino è però un rifiuto, qualcosa di cui liberarsi. Infatti erba, foglie, ramaglie, piccoli tronchi etc. è materiale ricco di potenzialità: vedremo com’è possibile riusarlo e riciclarlo.

Rifiuti verdi: rifiuti urbani o speciali?

I rifiuti vegetali sembrano tutti uguali, ma non è così. La differenza è data da chi li produce, cioè da chi fa giardinaggio: sfalci e potature sono rifiuti urbani se sei tu a occuparti del giardino.

Quindi, come smaltire i rifiuti vegetali? Dipende dall’azienda che si occupa del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti urbani nella tua zona. Anche per erba, rami, potature di alberi e siepi, foglie secche vanno seguite le regole – modalità, tempi etc. – della raccolta differenziata. Ad esempio possono essere conferiti al centro di raccolta (o ecocentro) o in un punto di raccolta sul territorio; buttati in un bidone dedicato, che viene svuotato a domicilio, o usati per il compostaggio casalingo.

Invece di fare giardinaggio incarichi dei lavori un professionista o un’impresa specializzata? In tal caso i rifiuti da manutenzione del verde diventano rifiuti speciali. Lo smaltimento del verde prodotto dal giardiniere va fatto in appositi centri autorizzati, come prevede la legge (per i rifiuti la norma di riferimento è il d.lgs. 152/2006, conosciuto come Testo Unico Ambientale o Codice dell’ambiente).

Smaltimento del verde: bruciare o no?

Spesso in campagna è consuetudine smaltire il verde, come i resti di potatura, bruciandolo sul posto. In realtà lo smaltimento delle potature di piante e degli altri rifiuti verdi per “abbruciamento” – come si dice – non è un sistema lecito per disfarsi dei rifiuti. Bruciare potature e simili è infatti pericoloso per la salute e l’ambiente: inquina l’aria con polveri sottili, impoverisce il suolo della sostanza organica, danneggia l’habitat e la fauna. Esistono però delle eccezioni.

Si possono bruciare i rifiuti verdi in caso di problemi fitosanitari, quando prescritto dall’autorità competente. È quello che succede, per esempio, con la lotta alla processionaria del pino.

È possibile bruciare sul posto paglia, sfalci, potature e simili purché in piccole quantità come pratica agricola, per sfruttare questi materiali come concimi e ammendanti. È sempre vietato, però, bruciare nei periodi in cui vi siano rischi di incendio o altre condizioni sfavorevoli (meteo, climatiche o ambientali) stabiliti dagli enti competenti (Comune, Regione, ARPA etc.). Altrimenti sono previste sanzioni per combustione illecita o gestione non autorizzata di rifiuti oppure per inosservanza delle norme sulla lotta contro gli incendi.

Come recuperare scarti di potatura, sfalci e altri rifiuti verdi

La raccolta differenziata cerca di massimizzare gli scarti da trasformare in nuove materie prime e risorse riducendo al minimo i rifiuti veri e propri, da smaltire in discarica. Ad esempio i rifiuti verdi e l’umido diventano compost, il vetro viene rifuso, la carta ritorna carta e lo stesso vale per plastica e metalli. Partendo dallo stesso principio, quello dell’economia circolare dei rifiuti, invece di smaltire con i rifiuti urbani potature di alberi e arbusti (compresi i sempreverdi), sfalci, foglie, residui delle colture e cimature dell’orto etc., perché non valorizzarli direttamente a casa?

Ecco come possiamo riutilizzare o riciclare i rifiuti vegetali, senza sprecarne le qualità. Una volta stagionati, puoi recuperare gli scarti di potatura come legna da ardere per stufa o caminetto: i pezzi piccoli per accendere il fuoco e ravvivarlo, quelli più grossi per alimentarlo in modo duraturo. Qui trovi le istruzioni per tagliare la legna da ardere con la motosega.

I pezzi di legno più grandi possono tornare utili anche per fare qualche lavoro di bricolage (come delle bordure fai da te per aiuole), mentre i rami tagliati con motosega da potatura o potatore telescopico possono dare ottimi spunti per decorare la casa. Con l’aiuto di un biotrituratore (o cippatrice) il legno meno pregiato, le ramaglie etc. possono invece diventare cippato, cioè legno in scaglie.

Puoi utilizzare il cippato come pacciamatura per orto, aiuole e radici di alberi e arbusti. Non solo, puoi impiegarlo come “ingrediente” per il compostaggio domestico. Per il compostaggio triturare rami e potature non è indispensabile ma consigliabile: conviene perlomeno tagliarli e spezzettarli così che possano mescolarsi con gli altri scarti organici. Qui puoi leggere come autoprodurre il compost e mantenere fertile il terreno.

Inoltre se hai una stufa a policombustibile, puoi impiegare il cippato, appunto, come combustibile sia direttamente che compresso in pellet con una pellettatrice.

E cosa fare invece dell’erba tagliata? Se il tuo tagliaerba – o trattorino – ha il sistema di taglio mulching, nei mesi più caldi puoi lasciare sul prato l’erba finemente triturata: decomponendosi farà da fertilizzante e aiuterà a trattenere l’umidità del terreno. Qui puoi approfondire il tema del mulching.

In alternativa al mulching, o se usi il decespugliatore, puoi usare l’erba come materiale azotato per il compostaggio, per bilanciare la frazione legnosa ricca di carbonio. Nel composter vanno anche le spuntature che ottieni regolando la siepe con il tagliasiepi.

L’erba secca è un materiale naturale da pacciamatura, così come le foglie secche che raccogli con il soffiatore in autunno. A proposito, la pacciamatura è una buona tecnica sia per proteggere il giardino d’inverno, che per difendere l’orto dal gelo e dal caldo.

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