La processionaria del pino (Thaumetopoea o Traumatocampa pityocampa) è un lepidottero che si nutre delle foglie (aghi) di pino. Predilige il pino nero e il silvestre ma può attaccare anche altre specie di pino, talvolta altre conifere come il larice, il cedro e l’abete. Esiste anche la processionaria della quercia, ma nel nostro paese la più diffusa è quella del pino.
Malgrado l’aspetto buffo, le larve (bruchi) di questo insetto sono dannose e pericolose, tanto che il decreto 30 ottobre 2007 del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali dispone la lotta obbligatoria contro la processionaria del pino a cura dei proprietari degli alberi colpiti. Oggi vedremo proprio quali rimedi esistono contro la processionaria.
Perché le processionarie sono un pericolo
L’insetto adulto della processionaria è una farfalla notturna che sfarfalla tra fine giugno e inizio settembre. In seguito le femmine depongono le uova dalle quali, dopo circa un mese, nascono le larve che subito iniziano a cibarsi degli aghi di pino e a costruire dei nidi, via via più compatti fino a quello dove sverneranno, pronto a inizio inverno. Durante la crescita i bruchi si ricoprono di peluria urticante.
Riconosci facilmente i nidi delle processionarie del pino: bianchi, sono formati da fili come dei grandi bozzoli con un diametro di 10-20 cm, di norma posizionati alle estremità dei rami degli alberi più soleggiati. Da fine febbraio a inizio aprile i bruchi lasciano il nido e scendono dal pino ospite – in fila, da cui il nome “processionaria” – per trovare un luogo dove interrarsi e diventare crisalide, in attesa di trasformarsi in farfalla durante l’estate (sfarfallamento).
Dicevamo che le larve di processionaria sono dannose e pericolose. Da un lato defogliano gli alberi: non ne compromettono la sopravvivenza ma li rendono più vulnerabili agli attacchi di altri parassiti. Dall’altro la loro peluria urticante provoca infiammazioni e reazioni allergiche, con manifestazioni talvolta molto gravi (shock anafilattico), sia per contatto diretto con l’insetto sia a causa dei peli dispersi nell’ambiente (in aria, per terra o sugli arredi da giardino).
Le irritazioni causate dalla processionaria possono riguardare pelle, occhi, vie respiratorie. Ecco perché, specie tra l’autunno e l’inizio della primavera, non bisogna né toccare bruchi e nidi di processionaria, né sostare sotto o vicino agli alberi infestati. A esserne vittime non sono solo le persone ma anche gli animali. Oltre ad annusare i bruchi, cani e gatti incuriositi possono arrivare a morderli o mangiarli, con conseguenze perfino mortali.
Come eliminare le processionarie
La processionaria è pericolosa al massimo nel periodo in cui abbandona il nido (da fine febbraio a inizio aprile). Prima – quindi tra dicembre e inizio febbraio, quando i nidi di processionaria sono ben visibili – puoi potare il pino per tagliare e bruciare il ramo che sostiene il nido. È possibile anticipare la potatura tra settembre e dicembre.
In base alla situazione, la potatura va fatta con gli attrezzi adatti – motosega da potatura, potatore telescopico o attrezzi da potatura manuali – e con tutte le misure di sicurezza del caso (compreso l’abbigliamento protettivo), prestando la maggior attenzione possibile per prevenire gli effetti irritanti della processionaria.
A proposito di sicurezza qui, per ogni attrezzo da giardinaggio, trovi quali sono i dispositivi di protezione individuale da usare.
Rispetto alle caducifoglie, i pini e in generale le conifere hanno delle peculiarità che interessano la potatura. Scoprile nel nostro articolo sulla potatura del pino di Natale.
Tagliare i rami e bruciare i nidi di processionaria è fattibile se a essere infestato è un singolo albero o se il problema riguarda poche piante. Al contrario, se l’infestazione coinvolge un’area ampia, eliminare le processionarie distruggendo i nidi invernali diventa molto impegnativo. In altri casi eliminare il nido è difficoltoso, ad esempio, perché è troppo alto. Dunque, a quali altri rimedi contro la processionaria ricorrere?
Da febbraio puoi concentrare la lotta sui bruchi, che dopo l’inverno fuoriescono dal nido e scendono dal pino per interrarsi, impiegando delle trappole meccaniche. Sono dei “collari” che fissi attorno al tronco e all’interno dei quali distribuisci dell’apposita colla, che blocca le processionarie.
Contro la processionaria sono sconsigliabili i trattamenti insetticidi – irrorando i nidi prima della fine dell’inverno o agendo sui bruchi in primavera, quando abbandonano il nido, o sulle giovani larve a fine estate, prima che si rifugino nel nido invernale –, perché non impediscono la dispersione della peluria urticante nell’ambiente.
Un altro sistema per eliminare le processionarie, o meglio per contenerne la diffusione, sono le trappole a feromoni: servono a catturare gli insetti adulti maschi prima che fecondino le femmine e diano vita a una nuova generazione. Vanno collocate su un ramo medio-alto, sul lato esposto al sole dell’albero, poco prima dello sfarfallamento, quindi da metà giugno. I feromoni sono innocui per l’uomo, gli animali e l’ambiente.