Come Acidificare il Terreno

Per avere piante splendide in orto e giardino

Ispirazioni / Consigli sempreverdi

23/06/2020

Tempo di lettura stimato circa 4 minuti

Il terreno ha una doppia funzione per le piante: da un lato fa da “ancoraggio” alle radici, dall’altro fornisce tutto il necessario per vivere come acqua e sostanze nutritive. Il suolo ha una serie di proprietà, fisiche e chimiche, che influiscono sulla sua fertilità.

Tra le proprietà chimiche, molto importante è il pH che esprime il carattere acido o basico della “componente liquida” del terreno, formata dall’acqua presente nei suoi pori e da tutte le sostanze in essa disciolte. Vediamo ora perché il pH del suolo è vitale per le piante del giardino e dell’orto, in quali casi può essere necessario abbassarlo acidificando il terreno e come farlo e quali benefici dà acidificare il terreno.

Il pH del suolo: terreni acidi e terreni basici

Chimicamente parlando, il pH del suolo indica la concentrazione di ioni positivi d’idrogeno (H+) della sua componente liquida. Il pH dipende dalla natura stessa della terra, ma anche dal clima dell’area: le zone piovose sono caratterizzate da terreni acidi, quelle aride da terreni basici. Al contrario della pioggia che tende ad acidificare il terreno, l’acqua di rubinetto che usi per innaffiare – di solito calcarea – lo rende meno acido.

In base al loro pH si possono distinguere i terreni in acidi, neutri e basici (o alcalini):

  • Fortemente acidi con pH inferiore a 5,5

  • Acidi con pH tra 5,5 e 6

  • Sub-acidi con pH tra 6 e 6,8

  • Neutri con pH tra 6,8 e 7,3

  • Sub-basici con pH tra 7,3 e 8

  • Basici con pH tra 8 e 8,5

  • Fortemente basici con pH superiore a 8,5

Se conosci il pH di un suolo, puoi sapere per quali piante è più adatto e a quali carenze di nutrienti è soggetto.

Il pH del terreno, infatti, influisce su diversi fattori, tra cui:

  • La disponibilità di molte sostanze nutritive per le piante, vale a dire la fertilità chimica del terreno.

  • La popolazione di microorganismi presenti e loro attività di decomposizione della sostanza organica (per esempio, i batteri preferiscono pH sub-basici, i funghi pH acidi).

Puoi misurare il pH del suolo utilizzando delle cartine al tornasole, che compri in farmacia, oppure un piaccametro elettronico, che trovi online o nei negozi di prodotti per acquariofilia. Con gli stessi strumenti misuri anche il pH dell’acqua con cui bagni il giardino o l’orto.

Rispetto al pH della terra, le piante hanno predisposizioni e capacità d’adattamento diverse.

La maggior parte vive con pH compresi tra 5,5 e 8,2; in particolare, i valori tra 6 e 7,5 sono i più adatti per le piante da orto. Invece, parecchie specie ornamentali prediligono un pH acido o molto acido: ad esempio il rododendro, l’azalea o l’ortensia.

Perché acidificare il terreno

Puoi correggere il pH di un terreno basico o di un suolo acido? Sì, tenendo conto che, di fronte a una variazione di pH, nel tempo la terra tende a reagire con il suo “potere tampone”, cioè riportando il pH al valore originario. Quindi, una volta che hai fatto la correzione, è necessario controllare periodicamente il pH e, se necessario, intervenire per mantenerlo al valore appropriato alle tue piante.

I suoli basici soffrono di carenza di alcuni tra i macro e microelementi essenziali per le piante: fosforo, ferro, boro, manganese, rame, zinco. Il ferro, per esempio, è indispensabile in molti processi, primo fra tutti la fotosintesi. Più alto è il pH, meno il ferro è solubile, quindi disponibile per la vegetazione: nei terreni basici, in alcune specie, riconosci la mancanza di ferro dall’ingiallimento delle foglie (clorosi ferrica).

Perché acidificare il terreno? L’acidificazione rimedia ai problemi tipici di un terreno basico, favorendo l’assorbimento di sostanze importanti per la salute dell’orto e del giardino, ma poco disponibili in un suolo basico: ferro, manganese, boro, rame e zinco.

Come acidificare il terreno

Puoi acidificare un terreno quando il pH è superiore a 8, cioè molto alcalino, che significa poco adatto a coltivare. Se l’area è ampia puoi cospargerla di solfato di calcio (gesso), che va bagnato per farlo sciogliere. Per superfici più contenute (circa 100 m2), puoi acidificare la terra usando lo zolfo, che va mescolato al substrato e poi annaffiato.

Se hai un terreno neutro o basico ma vuoi coltivare piante che prediligono un suolo acido (acidofile), puoi allevarle in vaso, usando un substrato specifico per acidofile, ad esempio del terriccio a base di torba. Oppure, se preferisci crescerle a terra, puoi sostituire la terra di partenza sempre con del terriccio per acidofile. Analogamente, la torba è adatta anche per acidificare il terreno di un piccolo orto.

Prima abbiamo detto che l’acqua dell’acquedotto alza il pH, cioè toglie acidità alla terra delle piante, specie se sono in vaso. Abbiamo accennato anche al “potere tampone” del suolo, che tende a riportarlo al suo pH “naturale”: un effetto che vale anche per un terreno alcalino a cui aggiungi torba. Ecco perché, per le tue acidofile coltivate in vaso o a terra, ogni anno ti conviene mescolare nuova torba al terreno e concimare con prodotti a base di solfati, come il solfato di ferro. In generale, quindi una volta fatta, la correzione del pH va monitorata e mantenuta.

Esistono anche concimi acidificanti ad applicazione fogliare, che distribuisci sulle piante con l’atomizzatore. In questo caso Efco ti propone 2 modelli di atomizzatore a spalla professionale: l’AT 8000 e il nuovo AT 9000, con cui eroghi fino a 3,5 l/min di trattamento a una distanza massima di 18 m in orizzontale e 16 m in verticale. Trovi gli atomizzatori a spalla Efco dal tuo rivenditore di fiducia: cerca il punto vendita più vicino.

Infine, anche la sostanza organica acidifica il suolo, quindi per acidificare il terreno puoi optare per una pacciamatura fatta con residui vegetali – per esempio foglie, aghi di conifere, erba tagliata, paglia – oppure mescolare alla terra letame, segatura di legno o fondi di caffè.

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