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Arnia fai da te con assi di recupero

Autoproduci il tuo miele

Fare apicoltura significa gestire in modo razionale le api per raccogliere miele e altri prodotti: è una pratica molto antica che risale già agli Egizi. L’arnia è la casetta per api costruita dall’apicoltore per ospitare una colonia (o famiglia) di api domestiche e assume la forma attuale solo nell’Ottocento: l’arnia a favo mobile. Chiariamo un paio di termini: il favo è un blocco di cellette in cera modellato dalle api per accogliere la covata (uova, larve etc.) e immagazzinare miele e polline. L’arnia non va confusa con l’alveare, che è l’insieme dell’arnia e della famiglia di api che vive al suo interno. Un apiario invece è un gruppo di alveari vicini.

Le api sono insetti sociali e all’interno di una colonia ciascun esemplare ha funzioni specifiche, il che rende l’alveare un “organismo” efficiente. La struttura invariabile di un alveare comprende un’unica ape regina, alcune centinaia di maschi (fuchi) e migliaia di api operaie. Compito della regina è deporre uova e i fuchi sono necessari per fecondarla. Le operaie svolgono tutte le attività indispensabili alla sopravvivenza della colonia, compresa la produzione del miele, che elaborano dal nettare raccolto dai fiori e dalla melata (sostanza zuccherina espulsa da insetti che si nutrono di linfa).

Per autoprodurre miele puoi quindi acquistare un’arnia pronta, un kit da assemblare oppure, nello spirito dei nostri articoli sul fai da te, puoi costruirne una in autonomia. Oggi vedremo proprio come costruire un’arnia fai da te in legno, non prima di aver tratteggiato cosa significa gestire un alveare.

Prima di costruire un’arnia in legno: le cose da sapere

Costruire la casetta per le api, scegliere la razza più adatta alla zona in cui vivi, acquistarne una colonia e collocare l’alveare in una posizione ottimale non bastano per produrre miele. Allevare api, anche per il solo autoconsumo, richiede non solo dedizione e tempo, ma anche studio per conoscere la biologia delle api, le malattie e i parassiti che le colpiscono, le tecniche per gestire l’alveare… Sono numerose le attività che come apicoltore ti troverai a sbrigare durante l’anno, anche se il periodo di punta è senz’altro la bella stagione, quando le api sono in produzione, fino al termine delle fioriture con la raccolta del miele (smielatura).

Visitare l’alveare è un impegno continuativo, essenziale per far sì che malattie e parassiti non si diffondano senza controllo. In particolare a luglio/agosto, dopo la raccolta, e in autunno-inverno bisogna fare i trattamenti contro la malattia di maggior impatto per l’apicoltura: l’endemica varroatosi. L’apiario va tenuto in ordine e l’erba di fronte agli alveari tagliata per facilitare l’ingresso delle api nelle arnie. Allo scopo, a seconda della vegetazione e dell’ampiezza dell’area, puoi servirti di decespugliatore, trattorino, trinciaerba o trinciatutto.

I favi vanno rinnovati regolarmente e le stesse arnie hanno bisogno di manutenzione. Dalla tarda estate preparerai l’alveare al freddo (invernamento), dovrai valutare quando le scorte sono insufficienti e le api necessitano di cibo extra etc. Se decidi di praticare l’apicoltura nomade metti in conto anche il trasporto e il posizionamento degli alveari per “seguire” le fioriture.

La scelta della posizione dell’arnia è cruciale per la salute dell’alveare e per fornire alle api risorse abbondanti. Opta per una zona tranquilla, asciutta, ombreggiata in estate, soleggiata d’inverno, riparata da venti freddi, distante da fonti di inquinamento come colture intensive e insediamenti industriali. Verifica se nei dintorni si trovano altri alveari o apiari: sono dei concorrenti per le risorse e, se mal gestiti, un rischio per la trasmissione di malattie. Deve essere vicina a fonti di cibo – nettare e polline, disponibili se possibile dalla primavera all’estate – e a fonti d’acqua non inquinata (in alternativa colloca un abbeveratoio). In questo senso la presenza di frutteti o vigneti gestiti in modo responsabile nei trattamenti antiparassitari, soprattutto in fioritura, può essere preziosa (a loro volta le api, con il lavoro di impollinazione, forniranno alle colture un servizio utile).

Per facilitare l’orientamento delle api, così che non sbaglino alveare, oltre a colorare le arnie evita di disporle in una lunga fila dritta e sistemale ad esempio a semicerchio: ciascuna avrà l’ingresso in una direzione diversa, comunque verso sud o sud-est in modo che sia ben esposto al sole. Per lo stesso motivo sarebbe importante che attorno ci fossero punti di riferimento ben riconoscibili, come alberi, arbusti, un edificio o un muretto.

Fai attenzione alle distanze: gli apiari devono stare a minimo 10 m dalle strade e 5 m dai confini di proprietà, ma potrebbero esserci limiti più restrittivi a livello regionale e locale. Anche se ti dedichi all’apicoltura per hobby, e magari hai soltanto un alveare, hai altri obblighi da rispettare. Va richiesto il codice identificativo al servizio veterinario dell’azienda sanitaria locale e gli apiari vanno denunciati all’anagrafe apistica nazionale. Il codice identificativo, apposto su un cartello, serve anche a contraddistinguere i tuoi alveari. Sei poi tenuto a rispettare le norme sanitarie: ad esempio le malattie che colpiscono gli alveari vanno segnalate all’azienda sanitaria e i trattamenti eseguiti annotati su un apposito registro.

 

Come costruire un’arnia fai da te: il progetto

Un’arnia per api è in pratica una scatola, formata da più elementi impilati, che da un lato asseconda la biologia delle api e la loro organizzazione, dall’altro è al servizio dell’apicoltore nella gestione dell’alveare. Per costruire una casetta per api fai da te prenderemo come riferimento l’arnia tipo Dadant-Blatt a 10 favi nella versione per nomadismo. A partire dall’alto i componenti dell’arnia sono:

  • Tetto: protegge l’arnia dalle intemperie.

  • Coprifavo: chiude l’arnia sulla parte alta e fa da intercapedine tra melario e tetto, favorendo l’isolamento termico e la ventilazione dell’arnia stessa.

  • Melario: è l’ambiente in cui le api immagazzinano il miele, che poi viene estratto con la smielatura (un’arnia può avere più melari sovrapposti).

  • Nido: è lo spazio vitale delle api che ospita la regina, le covate e le provviste di miele e polline; sul fronte ha un’apertura, protetta da tettoietta, da cui le api entrano nell’arnia.

  • Fondo mobile: chiude l’arnia in basso e fornisce alle api un piano d’atterraggio; è dotato di rete e vassoio che servono sia per l’aerazione e la pulizia, sia per la conta della varroa (l’acaro che causa la varroatosi).

Il melario e il nido contengono rispettivamente 9 e 10 telaini, strutture a cornice in legno dentro cui le api costruiscono i favi di cera. I favi del melario hanno celle più profonde rispetto a quelle del nido. Tra melario e nido inserisci l’escludiregina, una griglia di metallo o plastica che confina l’ape regina nel nido. Un altro accessorio per l’arnia, da autocostruire con il legno, è l’apiscampo che serve a far scendere le api dal melario al nido in fase di smielatura.

Per quanto riguarda le misure dell’arnia fai da te, quelle da tenere come riferimento per il tuo progetto sono le sue dimensioni interne e quelle esterne dei telaini. L’arnia va costruita tenendo inoltre presente il cosiddetto passo o spazio d’ape, che è lo spazio di 7-9 mm tra superfici – tra favo e favo, tra il bordo superiore dei telaini e melario/coprifavo etc. – che permette alle api di spostarsi da una parte all’altra, senza che tendano a riempirlo di propoli o cera. Quindi, prima di realizzare l’arnia fai da te, prendi carta e matita per disegnare e dimensionare ciascun componente (tetto, coprifavo, melario, nido e fondo), personalizzandolo in base allo spessore del legno che hai a disposizione e al passo d’ape.

Come costruire un’arnia: occorrente e criteri

Come materiale da costruzione per l’arnia fai da te ti consigliamo abete o pino, entrambi un buon compromesso tra robustezza, traspirabilità e prezzo. Lo spessore ideale del legno con cui realizzare melario, nido e fondo è 2,5-2,7 cm: maggiore è lo spessore, meglio è isolata l’arnia fai da te dal freddo e dal caldo.

Puoi sfruttare anche del legno di recupero non trattato, per esempio smontando dei pallet in buone condizioni – di solito in abete o pino – con un piede di porco o eliminandone le estremità con la motosega. Lo spessore delle assi dei bancali varia intorno ai 1,7-2,2 cm: può andare bene per il coprifavo e il tetto dell’arnia. Prima di sbancalare i pallet ti suggeriamo di pulirli a fondo: fai un primo passaggio con il getto del tubo dell’acqua o, meglio ancora, dell’idropulitrice, un secondo con una soluzione di acqua, sapone e candeggina. Altrimenti puoi adoperare, previa stagionatura, tavole di legno dello spessore desiderato che avrai ricavato da tronchi con la motosega e l’apposito accessorio per guidare il taglio (segheria portatile).

Oltre al legno, per costruire l’arnia fai da te servono:

  • Viti da legno e chiodi.

  • Spine da legno.

  • Colla vinilica per esterni.

  • Vernice atossica adatta ad arnie.

  • Lamiera zincata per rivestire il tetto, ed eventualmente la tettoietta del nido, e per sagomare il vassoio del fondo mobile.

  • Disco copriforo per il coprifavo.

  • Distanziatori in lamiera da 9 telaini per il melario e da 10 telaini per il nido.

  • Porticina in lamiera con relative guide per l’ingresso.

  • Coppie di maniglie per il nido e il melario.

  • Angolari per allineare correttamente nido e melario.

  • Rete antivarroa in inox per il fondo mobile.

  • Ganci per fissare il fondo mobile al nido.

 

Quanto ad attrezzatura per costruire l’arnia in legno, oltre alla motosega ti servono almeno seghetto alternativo, trapano con punte da legno, avvitatore, martello, forbici per lamiera, metro, squadra, bolla, morsetti, pennello. Per trasportare l’arnia (o le arnie) nella posizione prescelta, valuta la comodità di una motocarriola. L’arnia va tenuta sollevata da terra circa 40 cm con dei cavalletti: così è protetta dall’umidità del suolo ed è più comoda da gestire. Se installi più arnie, distanziale tra loro 30-40 cm.

Le misure interne del melario possono essere 38,5x45,2 cm (larghezza per profondità) per un’altezza di 16,8 cm, quelle del nido 38,5x45,2 cm per un’altezza di 32,6 cm. Per il nido prevedi una tettoietta, profonda 10 cm, che copre il piano d’atterraggio del fondo. Le misure esterne dei telaini possono essere 43,6x16 cm (per il melario) e 43,6x30 cm (per il nido), cui vanno sommate le sporgenze del bordo superiore per sospendere i telaini ai distanziatori, a loro volta fissati su fronte e schiena del melario e del nido. Il fondo mobile dell’arnia è formato dall’unione di più listelli: quelli superiori creano la superficie d’appoggio per il nido, su cui va fermata la rete antivarroa, e il piano d’atterraggio. I listelli inferiori fanno da guide per il vassoio.

Il coprifavo ha le stesse dimensioni esterne del melario e del nido per un’altezza di 7 cm, ed è composto da un pannello in multistrato su cui montare una cornice di 4 listelli. Il multistrato va forato per far passare l’aria e l’umidità tramite l’apposito disco di metallo. Il tetto deve essere robusto: in sostanza è un coperchio formato da una struttura di legno rivestita con una lastra sagomata di lamiera. La struttura è a cornice, formata da 4 listelli alti circa 9 cm e chiusa sul lato superiore da un pannello di masonite/faesite, con dimensioni un po’ più grandi di quelle dell’arnia.

Per semplicità costruttiva ti suggeriamo di assemblare ciascuno dei componenti (tetto, coprifavo, melario, nido e fondo) unendo i pezzi di legno solo con delle viti. Puoi ricavare i pezzi più grandi – cioè i fianchi, il fronte e la schiena del nido – unendo più tavole di legno con colla vinilica per esterni e spine da legno. Dai pannelli così ottenuti ricavi facilmente, tagliando ad esempio con il seghetto alternativo, le parti che vanno poi assemblate con viti. Ti consigliamo inoltre di preforare il legno per evitare che si rompa, quando stringi le viti, in fase di assemblaggio. Inoltre, prima dell’assemblaggio, fai un premontaggio per verificare che tutto funzioni a dovere.

Una volta che i componenti dell’arnia sono pronti dipingili esternamente con colori atossici speciali per arnie. Non usare smalti perché impermeabilizzano il legno, che invece deve traspirare. Non è tanto una questione estetica, quanto funzionale: la verniciatura protegge il legno da intemperie e sole, mentre i colori aiutano le api a orientarsi per ritornare nel proprio alveare. Differenziare le arnie con colori e/o disegni geometrici semplici agevola le api, che riescono a distinguere il blu, il verde-blu, il giallo, il nero, il bianco (escludi quindi il verde, l’arancione, il rosso e il grigio).

Allevare api è un passo avanzato verso l’autoproduzione di cibo: fa per te se hai senso pratico, organizzazione, costanza e tempo da dedicare. È anche un modo per stare a stretto contatto con la natura, seguendo questi insetti così affascinanti nel susseguirsi delle stagioni e intervenendo quando sono in difficoltà. Ti proponiamo altre letture sul tema dell’allevamento: come allevare chiocciole e come costruire una stalla fai da te per capre o pecore.

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