Come realizzare un vigneto a spalliera

Progettare, preparare il terreno, installare la vigna

Ispirazioni / Guida all'utilizzo / How to

25/01/2023

Tempo di lettura stimato circa 5 minuti

Un vigneto a spalliera (o controspalliera o filare) ha una forma d’allevamento in cui la struttura di sostegno (formata da pali, fili etc.) segue l’asse del filare e le piante si sviluppano lungo una parete verticale perpendicolare al terreno.

La spalliera è una delle possibili forme d’allevamento della vite, quella più moderna e meccanizzabile, oggi la più diffusa nel nostro paese. Esistono più varianti di spalliera, come il Guyot, il doppio capovolto, il cordone speronato, il cordone libero, il Sylvoz e il Casarsa. Le varianti si differenziano, in sostanza, per l’altezza della vegetazione (da bassa a media) e per il sistema di potatura adottato, che determina la configurazione della chioma e di conseguenza la disposizione dei fili su cui le viti appoggiano. Di seguito trovi le linee guida per l’impianto di un vigneto a spalliera.

Vigneto a spalliera: iniziare dal progetto

Per cominciare con il piede giusto conviene progettare l’impianto del vigneto a spalliera, meglio se con il supporto di un agronomo:

  • Scegli la varietà dell’uva da coltivare e il portainnesto.

  • Decidi la densità d’impianto (numero di viti per ettaro) e il sesto d’impianto (distanza delle viti tra i filari e sul filare).

  • Definisci la forma d’allevamento.

La scelta della varietà dell’uva dipende da suolo, clima e ambiente in generale (esposizione etc.), oltre che da eventuali vincoli di legge. In base alla zona dove abiti esiste una densità ottimale in funzione della forma d’allevamento, del sesto d’impianto e del vitigno. Date le dimensioni utili del tuo terreno (che tengano conto di una fascia perimetrale di servizio), in base alla densità e al sesto d’impianto calcola quante viti mettere a dimora, il numero di filari e il numero di piante per filare.

La forma d’allevamento è cruciale per il vigneto: che sia a spalliera o di altro tipo, ne definisce struttura, produttività, qualità, facilità di gestione etc. D’altro canto dipende dalla varietà di vite che vuoi piantare, dal portainnesto, dalla fertilità del terreno, dal clima, dal risultato che vuoi ottenere, dalla possibilità di meccanizzare i lavori in vigna e anche dalle tradizioni del luogo.

Oltre che a spalliera, il vigneto può essere a pergola, a tendone, ad alberello, a vite maritata: approfondisci qui le forme d’allevamento della vite.

Preparare il terreno per la vigna a spalliera

Il periodo ideale per impiantare il vigneto – per mettere cioè a dimora le piantine di vite (barbatelle) – è fra il tardo autunno e la fine dell’inverno, durante il riposo vegetativo. Quindi entro l’autunno l’appezzamento deve essere pronto al trapianto delle barbatelle.

Il terreno va anzitutto preparato a ospitare il vigneto a spalliera (o con un’altra forma d’allevamento):

  • Pulizia della vegetazione esistente: va tagliata e sradicata (le radici possono veicolare alle barbatelle parassiti, sostanze tossiche etc.). Se c’è una vecchia vigna vanno rimossi anche pali e fili ed è consigliabile attendere almeno un paio d’anni prima di reimpiantarne un’altra, magari tenendo l’area a prato.

  • Ripuntatura del terreno: è una lavorazione meno invasiva del tradizionale scasso e serve a smuovere il suolo senza portare in superficie strati poco fertili, come invece fa un’aratura profonda.

  • Spietramento: far affiorare ed eliminare pietre, sassi e simili su una superficie mai coltivata rende il terreno più facile da lavorare e agevola sia l’impianto del vigneto a spalliera che, in seguito, la sua gestione. A seconda del caso, può essere fatto con macchine apposite o a mano.

  • Concimazione di fondo: sulla base dell’analisi chimico-fisica del suolo serve a migliorare la fertilità e a correggere eventuali carenze. Dopo la ripuntatura, allo scopo può essere sufficiente interrare letame o compost maturo con un’aratura leggera o una zappettatura.

Per liberare il terreno del futuro vigneto da alberi, arbusti ed erbacce, motosega, decespugliatore e trinciatutto sono indispensabili. Alla fine del lavoro avrai a disposizione una quantità di legno che puoi recuperare come legna da ardere, pacciamatura, compost e altro: ecco come smaltire i rifiuti vegetali, scegliere la legna da ardere e accendere il camino e autoprodurre il compost.

Se la vigna a spalliera ha una dimensione “domestica” per preparare il terreno, invece di ricorrere a macchine agricole, puoi servirti della motozappa sia per lavorare il suolo (con l’aiuto del vomere) che per interrare la sostanza organica.

Predisponi il materiale occorrente per costruire le strutture di sostegno delle viti nella quantità che hai stimato in fase di progettazione. Un aiuto per trasportare senza fatica il necessario per l’impianto del vigneto a spalliera te lo può dare la motocarriola:

  • Pali di testata e intermedi in metallo, cemento o legno.

  • Fili portanti, secondari e di ancoraggio (di solito in acciaio zincato).

  • Ancoraggi al terreno.

  • Tutori in metallo, PVC, legno o bambù.

  • Accessori vari come i tendifilo.

Come impiantare il vigneto a spalliera

Una volta preparato il terreno e predisposti i materiali, è ora di allestire il vigneto a spalliera secondo questi passaggi:

  • Squadro del vigneto: per tracciare i confini della vigna e allineare pali e piante lungo i filari. Puoi farlo con sistemi di precisione o semplicemente con spago e cordella metrica.

  • Picchettamento: per individuare la posizione dei pali e delle viti con picchetti (vanno bene anche delle canne di bambù, che puoi procurarti pulendo un canneto con il decespugliatore).

  • Installazione dei pali: i pali di testata (i più alti e robusti) alle estremità dei filari e i pali intermedi all’interno dei filari. Vanno conficcati nel terreno a macchina o a mano. In quest’ultimo caso puoi prima forare il suolo con una mototrivella e poi affondare i pali battendoli con una mazza.

  • Messa a dimora delle barbatelle: a mano ti basta creare una buca con la mototrivella, inserire la piantina, colmare la buca con la terra di scavo, compattare in superficie e annaffiare. Si possono trapiantare anche a macchina.

  • Montaggio dei fili: devi realizzare una robusta struttura di sostegno per le viti posizionando i fili alle altezze previste dalla forma d’allevamento. Ad esempio per l’impianto di un vigneto a Guyot il filo portante, il più spesso, per il capo a frutto della vite va a 80-100 cm da terra. Sopra vanno installati altri 2 fili per la vegetazione, uno a 30-40 cm e l’altro a 70-80 cm dal filo portante.

  • Posa in opera degli ancoraggi: servono a mettere in tensione i fili di sostegno di ciascun filare. Assicurali al terreno nella parte esterna della fila e poi fissali ai pali di testata con un filo che fa da tirante.

  • Sistemazione dei tutori e fissaggio al filo portante (con appositi fermagli da vivaio o semplice tubetto di gomma): uno per barbatella, per sostenerla e far sì che cresca in verticale.

La gestione del vigneto impegna buona parte dell’anno con diverse attività, tra le quali il monitoraggio delle malattie. Una delle principali ampelopatie è l’oidio a cui puoi rimediare con zolfo e altri principi attivi da applicare con l’atomizzatore: puoi approfondire l’argomento in questo articolo su prevenzione e trattamento dell’oidio.

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